Che cos'è una complicazione in un orologio meccanico?
In orologeria, si dice che un orologio ha una "complicazione" quando il suo calibro meccanico può fare qualcosa di più che indicare le ore, i minuti e a volte anche i secondi. Qualsiasi funzione aggiuntiva richiede ulteriori componenti e ingranaggi, il che rende il movimento più complicato: queste funzioni si distinguono tra grandi complicazioni e piccole complicazioni. Gli orologi meccanici dotati di una serie aggiuntiva di funzioni vengono definiti "Grandes Complications", sebbene non esista una definizione universalmente valida del numero di funzioni che un orologio deve avere per potersi fregiare di tale titolo.
Quali tipi di complicazioni esistono per gli orologi meccanici?
Le grandi complicazioni sono funzioni aggiuntive più elaborate come il cronografo, il tourbillon, lo svegliarino, la suoneria a ripetizione o il calendario perpetuo. Le piccole complicazioni degli orologi meccanici includono l'indicazione della data ed eventualmente del giorno della settimana in una sezione del quadrante, nonché l'indicazione della riserva di carica residua, ovvero dello stato di tensione della molla, sempre sul quadrante. La ghiera girevole, indispensabile negli orologi subacquei, l'indicazione delle fasi lunari e l'indicazione di un secondo fuso orario o la funzione delle ore del mondo sono funzioni aggiuntive più semplici, utili anche nella vita di tutti i giorni.
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Complicazioni comuni
Datario
Che cos'è il datario in un orologio meccanico?
The date display is a small complication that is very popular on both men's and women's mechanical watches and shows what day of the month it is. The first patent for a date display was filed in Switzerland in 1915. There are several options for displaying the date. With the traditional pointer date, the current day is indicated by a centrally mounted large hand on a scale on the outer rim of the dial, or by an off-centered small hand on a subdial. The large date is displayed with the help of two number discs, which circle over each other with a distance of about 0.15 millimeters.
La manifattura Glashütte Original, invece, detiene il brevetto della data panoramica, in cui due dischi concentrici di dimensioni diverse vengono accostati l'uno all'altro senza che si tocchino: sul disco più piccolo di sinistra sono riportati i numeri da 0 a 3, mentre a destra, sul disco più grande, si trovano i numeri da 0 a 9. Il modo più comune di indicare la data, tuttavia, è attraverso la finestra del datario, solitamente posizionata a ore 3 o 6. Le cifre da 1 a 31 sono indicate sul disco datario al di sotto di essa. Il marchio svizzero Rolex ha introdotto nel 1956 il modello Day Date, che mostra anche il nome del giorno della settimana, scritto per intero, in una finestra del quadrante separata a ore 12, anche in varie lingue.
NOMOS Glashütte ha sviluppato un proprio datario, che è stato brevettato: due indici colorati inquadrano il giorno corrente su un anello datario, collocato intorno al movimento.
Come funziona il meccanismo datario in un orologio meccanico?
Il cambio della data è controllato dalla ruota dei minuti al centro del movimento, collegata al disco datario da una serie di ingranaggi. Quando il nuovo giorno scatta alla mezzanotte esatta, in orologeria si parla di "cambio istantaneo" della data: a mezzanotte, il disco datario avanza di un numero nell'arco di pochi millisecondi. Un'altra opzione è il "cambio semi-istantaneo", della data, in cui il numero della data corrente inizia a spostarsi lentamente all'interno della finestra della data a partire da 30 minuti prima della mezzanotte, e passa al giorno successivo intorno alla mezzanotte.
Qual è il tempo di ingranamento del meccanismo del datario negli orologi meccanici?
La data di un orologio meccanico passa al giorno successivo tra le 21 e le 3 del mattino: in questo periodo, le parti del movimento si ingranano con le ruote del meccanismo del datario. È meglio non azionare la regolazione rapida della data tramite la corona in questo intervallo temporale, perché il movimento rischierebbe di danneggiarsi.
Il calibro NOMOS DUW 6101
Da quando i primi orologiai iniziarono a operare a Glashütte nel 1845, questa piccola città della Germania sud-orientale ha istituito nuovi standard per l'intera industria orologiera; oggi, le tecnologie produttive ad alta precisione e i software di simulazione consentono ai progettisti di percorrere nuove strade nello sviluppo dei movimenti. Un esempio di questi movimenti innovativi di nuova generazione è il calibro automatico DUW 6101 di Deutsche Uhrenwerke NOMOS Glashütte, che presenta un meccanismo datario con ben due brevetti. NOMOS Glashütte è titolare di un brevetto sia per il datario, caratterizzato da due indici colorati che circondano l'anello della data (da noi chiamato "Update"), sia per il meccanismo del datario stesso, che cambia la data con l'ausilio di un disco.
Disposizione dell'anello datario
Nel DUW 6101, la complicazione del datario non è montata sul movimento, come è tipico di altri calibri, ma è integrata al suo interno, con l'anello della data posizionato all'esterno del movimento. Dal punto di vista del design, questo apre nuove possibilità; inoltre, sul datario girevole è possibile vedere non solo un giorno, ma l'intero mese.
Regolazione rapida e bidirezionale della data
La maggior parte dei calibri consente di regolare la data in una sola direzione, ossia in avanti. Questo significa che, ad esempio, se fosse il 1° agosto e volessimo regolare sul giorno corretto un orologio che si è fermato il 2 luglio, dovremmo spostare la data in avanti di 30 giorni. NOMOS Glashütte ha sviluppato un sistema di regolazione rapida bidirezionale della data per il calibro neomatik DUW 6101, che consente di spostare i giorni anche all’indietro. Un bel vantaggio! Ecco come funziona la regolazione rapida bidirezionale della data di NOMOS Glashütte: la corona è collegata tramite una serie di ingranaggi alla ruota di correzione a cinque bracci. Quando viene tirata nella seconda posizione, la ruota di correzione può spostarsi a sinistra o a destra quando la corona viene ruotata, e l'anello datario viene spostato in avanti o indietro di un numero.
Tempo di ingranamento più breve
Rispetto ai movimenti convenzionali con complicazioni per la data, il calibro NOMOS DUW 6101 ha un tempo di ingranamento ridotto. La ruota del datario del calibro automatico ad alta precisione è più piccola e ruota non una, ma ben quattro volte nelle 24 ore, e quattro volte più velocemente; solo alla quarta rotazione una piccola rotella con tre estremità arrotondate (chiamata disco di programmazione) attiva un'asticella, che aggancia il disco della data e lo sposta in avanti di una posizione. La rotazione più rapida della ruota di cambio data si traduce in un tempo di ingranamento significativamente più breve. Il calibro neomatik impiega solo circa 30 minuti per cambiare data e il meccanismo rimane ingranato per soli 90 minuti, invece di sei ore.
Protezione del movimento durante l'ingranamento
E cosa accade se ci si dimentica dell'ingranamento e si cerca di regolare la data con il movimento e il meccanismo di cambio data ingranati? Non accadrà nulla ruotando la corona, perché nel DUW 6101 è stato installato un meccanismo di frizione che protegge il movimento in casi come questo; pertanto, quando ruoterete la corona, noterete semplicemente che la forza applicata non sortirà alcun effetto. La ruota motrice del meccanismo di frizione viene sempre premuta contro la ruota di correzione da una molla. A mezzanotte, l'asticella si innesta nel disco della data: quando la corona viene azionata, il meccanismo di frizione si disinnesta a partire da una certa coppia e i due piani ruotano separatamente in modo da non danneggiare il meccanismo datario.
Orologi con meccanismo datario
Indicatore di riserva di carica
Cos'è la riserva di carica in un orologio meccanico?
La riserva di carica è l'energia ancora immagazzinata nella molla di un orologio meccanico. L'indicatore della riserva di carica rende visibile sul quadrante quanta di questa energia è rimasta e indica quando l'orologio deve essere nuovamente caricato a mano o, nel caso degli orologi automatici, con il movimento del polso. Dal punto di vista del design, ci sono molti modi per indicare la tensione residua della molla: il tempo di funzionamento rimanente può essere quantificato in ore. Oppure, può esserci una lancetta che indica la quantità di energia su una scala da pieno a vuoto. Può anche essere rappresentata da una linea con degli indici graduati, per citare solo alcuni esempi.
Questa complicazione è diventata popolare con l'avvento degli orologi automatici a metà del secolo scorso, come caratteristica aggiuntiva degli orologi da polso ad uso non militare; serviva a fornire una prova tangibile del fatto che i calibri dotati di rotore si caricavano da soli con il movimento. Oggi, le persone si sono abituate da tempo ai meccanismi automatici e prediligono gli indicatori di riserva di carica sugli orologi a carica manuale, onde ricordarsi di ricaricarli in tempo. Come quando si fa il pieno alla macchina, è possibile vedere l'indicatore risalire fino a livello massimo di carica.
Come funziona l'indicatore della riserva di carica negli orologi meccanici?
Per mostrare la carica rimanente sul quadrante di un orologio, l'indicatore deve essere collegato al meccanismo di carica all'interno del bariletto, solitamente tramite un ingranaggio. Quando la tensione della molla aumenta (a causa del movimento in un orologio automatico, o attraverso la rotazione della corona in un orologio a carica manuale), ciò si riflette sul meccanismo dell'indicatore. A seconda del design, può essere presente una lancetta che si muove verso l'indicatore di piena carica; in alternativa, l'aumento della tensione può essere espresso in numeri. Man mano che la molla perde tensione, il meccanismo dell'indicatore della riserva di carica si muove in direzione contraria.
L'indicatore di riserva di carica brevettata degli orologi meccanici di NOMOS Glashütte
Orologi con indicatore di riserva di carica
Ore del mondo
Cosa sono le "ore del mondo"?
La Terra è suddivisa in 24 fusi orari, ognuno dei quali differisce da quello precedente di un’ da ovest a est, l'ora avanza di un'ora ogni 15 gradi, anche se ci sono paesi che si sono dati un proprio fuso orario differente. Ciò detto, la stragrande maggioranza dei paesi segue un sistema standardizzato, in base al quale venne stabilito nel 1884 che il meridiano di Greenwich (GMT: Greenwich Mean Time, ora media di Greenwich) in Inghilterra sarebbe stato considerato il primo meridiano. Questo sistema, che ha gradualmente soppiantato il precedente utilizzo di vari orari diversi a livello locale, divenne necessario soprattutto a causa della crescente importanza delle ferrovie. Per poter mettere in relazione tra loro i tempi di viaggio e gli orari locali, le ferrovie americane avevano inizialmente introdotto dei propri sistemi orari, il che significava che le stazioni servite da più linee dovevano anche avere vari orologi diversi. In Germania, l'orario locale è stato standardizzato nel 1893, legandolo all'ora standard dell'Europa centrale (CET), un'ora in avanti rispetto al meridiano di Greenwich; in precedenza, gli orari ferroviari potevano differire di anche fino a 20 minuti già solo nelle regioni sud-occidentali del paese. Per esempio, viaggiando intorno al Lago di Costanza, che copre un'area di 536 chilometri quadrati, i viaggiatori avrebbero dovuto regolare l'ora ben cinque volte.
Come funziona la complicazione delle ore del mondo negli orologi meccanici?
Gli orologi dotati della complicazione ore del mondo riportano sul quadrante tutti i 24 fusi orari della Terra, utilizzando almeno una città di riferimento come esempio. Ciò può avvenire in vari modi. Ad esempio, è possibile posizionare un anello con l'indicazione delle città intorno alla parte esterna del quadrante, attivato da un pulsante o dalla corona e collegato all'ora valida in quella città, che viene poi mostrata su un quadrante secondario. Oppure il disco delle città può essere disposto sul quadrante e collegato all'ora locale, in modo da mostrare tutti i fusi orari contemporaneamente. Il meccanismo delle ore del mondo può essere regolato anche tramite una ghiera girevole, mentre delle funzioni ulteriori possono mostrare se nelle rispettive località è giorno o notte o se è in vigore l'ora legale.
Naturalmente, le città che rappresentano i rispettivi fusi orari non saranno le stesse per tutti gli orologi meccanici: anzi, questa scelta è anche un modo raffinato per esprimere una certa percezione del mondo o per rivolgersi a determinati gruppi di persone. In un viaggio d'affari internazionale, durante una vacanza, o per accompagnare con la mente una persona cara, la funzione ore del mondo è una complicazione utile e appassionante, che può avere anche un carattere giocoso.
Il meccanismo ore del mondo negli orologi meccanici di NOMOS Glashütte
Il calibro NOMOS con funzione ore del mondo e scappamento proprietario, lo Swing-System NOMOS, è il movimento automatico DUW 5201. È dotato di un anello delle città e include un display da 24 ore per indicare l'ora nei luoghi in cui non ci si trova al momento, in modo da sapere immediatamente se è giorno o notte. Il calibro DUW 5201 viene utilizzato in due modelli:
In Tangomat GMT, il meccanismo ore del mondo viene mostrato come un secondo fuso orario che può essere impostato: il display da 24 ore è sincronizzato con l'ora di "casa", cioè il luogo in cui non ci si trova al momento, ma con il fuso orario che si vuole tenere d'occhio. Le lancette del quadrante e la lancetta dei secondi, invece, indicano le ore, i minuti e i secondi del fuso orario in cui ci si trova, rappresentato da una città indicata dalla sua sigla aeroportuale in una finestra separata. Quando ci si sposta da un fuso orario all'altro, è possibile regolare l'orologio semplicemente premendo un pulsante: l'indicazione della città e la lancetta delle ore scatteranno in avanti di un'ora.
L'orologio automatico NOMOS Zürich world time, invece, offre una visione d'insieme dei vari fusi orari sul quadrante. Anche in questo caso, l'ora di casa o di riferimento fisso deve essere regolata una volta sola, mentre l'ora del luogo del mondo in cui ci si trova può essere cambiata premendo un pulsante. La posizione delle lancette più grandi varia in base alla città scelta, il cui nome è mostrato a ore 12. Il disco delle città e le lancette delle ore si muovono all'unisono, per appagare l'animo cosmopolita di chi lo indossa, con questo elegante orologio meccanico NOMOS con movimento automatico.
Orologi con meccanismo ore del mondo
Fasi lunari
Come funziona la complicazione delle fasi lunari negli orologi meccanici?
Il meccanismo più semplice per mostrare le fasi lunari è quello di utilizzare un disco su cui sono raffigurate due lune, azionato da una ruota dentata con 59 denti (29,5 moltiplicato per due), in modo che ogni giro completo corrisponda a due cicli lunari. Il vantaggio di avere un disco che avanza a intervalli di un giorno è che il meccanismo può essere abbinato a quello del datario. Trascorsi circa tre anni, i minuti rimanenti nel ciclo lunare reale si sommano fino a formare un giorno intero, che dovrà essere corretto manualmente. Naturalmente, ci sono anche design che puntano a garantire una maggiore precisione, e che devono essere corretti solo ogni cento o, in alcuni casi, addirittura ogni mille anni. Oppure sofisticate soluzioni estetiche che mostrano il percorso della luna di giorno e di notte, o all'interno della volta celeste stellata dell'emisfero settentrionale o australe. La possibilità di rievocare gli eventi celesti al polso con mezzi meccanici e artistici da sempre esercita un grande fascino.
Che cosa sono le fasi lunari in un orologio meccanico?
L'indicatore delle fasi lunari è una complicazione minore nei movimenti meccanici, che mostra sul quadrante quando inizierà la prossima fase di luna piena o luna nuova. Negli orologi a pendolo astronomici, il ciclo lunare veniva rappresentato fin dal XV secolo: nonostante la luna (mensis, in latino) abbia dato origine alla parola "mese", la durata delle fasi del nostro satellite non si adatta bene alla lunghezza dei mesi del calendario. Ogni ciclo lunare dura 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi, ovvero 29,5 giorni circa. Per poter sapere in qualsiasi momento in quale fase si trova la luna, anche quando il cielo è nuvoloso, è utile poter contare su un indicatore meccanico. E date anche le possibilità estetiche che offre dal punto di vista del design di un segnatempo, questa complicazione è divenuta molto popolare fin dai primi modelli di orologi da polso del XX secolo, soprattutto nella produzione di orologi da donna.
Grandi complicazioni
Alcune complicazioni sono nate da necessità che oggi non esistono più. Ciononostante, sono ancora componenti importanti dei calibri meccanici degli orologi di lusso, perché un tourbillon, una ripetizione minuti o un rattrappante (una lancetta dei secondi che può essere arrestata, presente nei cronografi) dimostrano l'abilità degli orologiai di una manifattura e mostrano quanto possa essere affascinante la meccanica complessa.
Tourbillon
Che cos'è il tourbillon in un orologio meccanico?
Il tourbillon è una complicazione sofisticata, che permette al sistema di oscillazione del movimento di ruotare intorno al proprio asse mentre si utilizza un orologio meccanico. L'idea venne brevettata nel giugno del 1801 dall'orologiaio francese Abraham Louis Breguet, il quale per anni aveva studiato gli effetti della gravità sul sistema oscillante degli orologi da tasca. All'epoca, gli orologi da tasca venivano principalmente indossati in un'unica posizione, ossia in verticale nella tasca dei pantaloni o del gilet. Era quindi rilevante il centro di gravità del bilanciere: un punto sull'anello del bilanciere veniva tirato verso il centro della terra, per accelerare o rallentare la rotazione del bilanciere, e questo finiva per generare scarti nella sua marcia.
Breguet risolse il problema montando il gruppo del bilanciere in una struttura girevole, detto anche gabbia del tourbillon. In questo modo, l'intero gruppo ruotava sul proprio asse una volta al minuto, compensando l'effetto negativo del centro di gravità: una vera svolta per quanto riguarda la precisione negli orologi meccanici. Gli orologi da polso, che vengono spostati costantemente in tutte le direzioni, non necessitano di un tourbillon. Tuttavia, questa complicazione tecnicamente complessa, inizialmente sviluppata per i movimenti a carica manuale, è stata costantemente perfezionata dalle manifatture e perfino incorporata in movimenti automatici, per il puro gusto di poterlo fare: anche NOMOS Glashütte ha progettato e realizzato il proprio tourbillon nel 2007, per un orologio a carica manuale con cassa tonneau di Wempe Chronometerwerke (referenza WG74 0001).
Ripetizione minuti
Che cos'è la ripetizione minuti in un orologio meccanico?
La ripetizione minuti è una complicazione dei movimenti meccanici che rende l'ora udibile. Prima ancora che si iniziassero a usare composti luminescenti (contenenti radio e trizio) per i quadranti degli orologi negli anni '60, gli orologiai londinesi Edward Barlow e Daniel Quare svilupparono all'inizio del XVII secolo il movimento a ripetizione, che convertiva il tempo in segnali acustici: un grande vantaggio quando non era possibile vedere il quadrante al buio. Abraham Louis Breguet sviluppò ulteriormente questa invenzione nel 1783 con la molla sonora.
I primi orologi da polso con ripetizione minuti furono prodotti a partire dal 1910 e, ad oggi, nulla è cambiato nel modo in cui funziona questa complicazione. Oltre ad avere un movimento per l'ora, questi orologi sono dotati di un treno di ingranaggi indipendente, con una propria molla che si carica non appena viene premuto il cursore sulla cassa. A quel punto vengono attivati dei martelletti, che con il loro suono indicano l'ora. Gli orologi con ripetizione rilevano la posizione della lancetta, la elaborano ed emettono un segnale acustico diverso a seconda di dove si trova. E lo fanno senza alcun componente elettronico, utilizzando solo ruote, camme e molle.
Calendario perpetuo
Che cos'è il calendario perpetuo in un orologio meccanico?
Il calendario perpetuo è una complicazione che è in grado di tenere conto della lunghezza variabile dei mesi, e persino degli anni bisestili, nell'indicare la data. Un calendario perpetuo dovrà essere regolato manualmente solo quando l'anno bisestile verrà saltato, come accadrà nel 2100. Sarà quindi necessaria una piccola regolazione per adeguare il conteggio degli anni solari al corso effettivo dell'anno. I primi orologi da tasca con calendario perpetuo vennero realizzati nel XVIII secolo; gli storici attribuiscono gli onori della prima presentazione di questa funzione speciale all'orologiaio inglese Thomas Mudge, nel 1764. Nel 1925, l'azienda Patek Philippe lanciò il primo orologio da polso con calendario perpetuo. Un calendario perpetuo richiede un gran numero di ruote, pignoni, leve e dischi, il che significa che non è facile da regolare o correggere. Questa complicazione, quindi, dovrebbe di preferenza accompagnarsi a un movimento automatico, e può essere una buona idea acquistare un avvolgitore per orologi: così dovrete solo preoccuparvi di indossare il vostro orologio, almeno fino a febbraio del 2100.
Cronografo
Che cos'è un cronografo?
Un cronografo è un orologio da polso dotato di funzione cronometro. Uno o due pulsanti sulla cassa servono ad avviare, ad arrestare e ad azzerare una lancetta apposita. A differenza dei cronometri, i cronografi possono misurare un intervallo di tempo in modo indipendente rispetto all'ora del giorno che indicano: il tempo misurato è mostrato dalla lancetta dei secondi, in piccoli sottoquadranti, noti anche con il nome di totalizzatori. I sottoquadranti possono anche indicare minuti e ore.
I cronografi flyback sono un'ulteriore evoluzione dei cronografi, e facilitano la misurazione del tempo: il secondo pulsante riporta istantaneamente la lancetta sullo zero. Alcuni cronografi sono anche dotati di altimetro o bussola.
In orologeria, spesso la paternità di un'invenzione è attribuita a più persone. L'orologiaio francese Louis Moinet creò il cosiddetto contatore di terzi (Compteur de Tierces) nel 1816, come funzione utile per le ricerche astronomiche; cinque anni dopo, il suo collega e connazionale Nicolas Rieussec testò il suo cronografo in occasione delle corse ippiche presso lo Champ du Mars, con il quale poteva registrare non solo il tempo del vincitore, ma anche quelli degli altri partecipanti. Il meccanismo flyback fu brevettato nel 1862 dall'orologiaio svizzero Adolphe Nicole.